Gli editori che hanno accettato di condividere i propri contenuti con OpenAI sono in continuo aumento. Nonostante siano già numerosi gli accordi di licenza sia con editori che con tele e radiotrasmittenti, crescono ancora i numeri delle partnership con la casa produttrice di ChatGPT. 

L’ultimo accordo che OpenAI ha raggiunto con Hearst Newspaper concede l’accesso a più di 60 pubblicazioni, tra cui i famosissimi Cosmopolitan, Elle, Esquire. 

“Man mano che l’intelligenza artificiale generativa matura, è fondamentale che il giornalismo creato da professionisti sia al centro di tutti i prodotti di IA”, sottolinea il presidente di Hearst, Jeff Johnson.

La partnership permetterà agli utenti di avere informazioni con fonti autorevoli e di esplorare anche con link diretti l’articolo da cui ChatGPT ha estrapolato la notizia. Inoltre, il testo elaborato dal sistema IA potrà contenere anche citazioni e collegamenti diretti intertestuali con le fonti originali.

Infatti, base comune della maggior parte degli accordi con OpenAI è la trasparenza sulle origini delle fonti. Anche nella recente stretta di mano con GEDI non sono mancate queste specifiche precondizioni, in aggiunta con la supervisione del Garante Privacy (GPDP). 

L’aggiunta di Hearst nella scuderia di database di OpenAI consente ai suoi prodotti di IA di avere notizie continue e aggiornate per aumentare “la capacità di fornire informazioni coinvolgenti e affidabili”, ha spiegato Brad Lightcap, manager della società tecnologica.

Articolo di T.S.

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